La Storia
La Fondazione è stata costituita nel 1998 con la spinta del Coordinamento Provinciale Associazioni Handicappati di Treviso (CPAH) per dare risposta alla richiesta dei familiari preoccupati per il “dopo di noi”, per ricercare risorse pubbliche e private con il sogno di costruire piccole comunità residenziali, diffuse nell’intero territorio provinciale, delle quali successivamente farsi carico della gestione o del suo controllo se affidata ad altri.
Ed il sogno parte da lontano…. don Fernando Pavanello scriveva nel 1999:
“Il problema del dopo era molto sentito e sofferto. Dopo le conquiste culturali e sociali degli anni ’70 a difesa del diritto della persona con disabilità di permanere a tutti gli effetti in società, restava aperto il problema di garantire questa sua esigenza anche quando la famiglia naturale, invecchiando, non fosse più in grado di provvedervi; con il rischio di vanificare per tanta parte e in maniera traumatica questo fondamentale diritto, relegando la persona disabile nel grande istituto. Già da alcuni anni, nel territorio trevigiano, il problema aveva trovato alcune realizzazioni pionieristiche: erano così sorte le comunità residenziali “Il Quadrifoglio” a Treviso (1978) e “Il Piccolo Rifugio” a San Donà di Piave; “Solidarietà” a Treviso (1984), “La Cascina” a Paese (1991) e “Il Ponte” a Treviso (1992). Iniziative queste provvidenziali, ma non sufficienti a soddisfare il fabbisogno reale. Da una rilevazione, fatta qualche anno dopo dalla Commissione provinciale sulla residenzialità, che comprende le tre Aziende Ulss locali, si era infatti riscontrato che nella provincia di Treviso erano più di mille le persone con disabilità tra i 18 e 65 anni che nel breve e medio periodo attendevano una soluzione.
La Fondazione è nata per dare risposta al bisogno rilevato. Fin dall’inizio il gruppo promotore della Fondazione, al fine di valorizzare tutte le possibili risorse, si è proposto di realizzare un progetto tanto impegnativo ricercando una sinergia fra pubblico e privato. Un pronto riscontro è giunto innanzitutto proprio dalle istituzioni pubbliche. Tra i soci fondatori oltre al Coordinamento Provinciale Associazioni Handicappati (CPAH), la Cooperativa Sociale Ails e le Banche di Credito Cooperativo, infatti, si contano l’Associazione Comuni della Marca Trevigiana, il Comune di Treviso e la Provincia di Treviso (che entrò a far parte della compagine nel 2003 come socio sovventore).
Si decise di costituirsi come “fondazione” perché questo strumento giuridico garantiva che tutte le risorse disponibili non potessero essere dirottate per finalità diverse da quelle originali.
Si stabilì inoltre che nel Consiglio di Amministrazione – composto dai rappresentanti dei soci fondatori – la maggioranza dei consiglieri (8 su 15) venisse espressa dalle associazioni dei familiari (CPAH e Ails) al fine di permettere e assicurare che la famiglia restasse di fatto e in permanenza soggetto attivo e garante della corretta gestione delle comunità residenziali e di tutte le relative decisioni.”
Nel primo periodo di vita la Fondazione si è impegnata a costruire delle strutture nuove, soprattutto grazie a dei lasciti e a delle donazioni di privati che hanno donato terreni (soprattutto) o fabbricati (non adattabili però per le persone disabili) con il vincolo di costruire in loco la struttura.
Il modulo di massima previsto per tutte le nuove costruzioni comporta per ogni soluzione abitativa due appartamenti contigui in grado di ospitare ciascuno dieci persone con disabilità con, in comune, solo i servizi generali, stanze con uno o due posti letto, bagno e degli spazi personali. Uno o due posti letto in ogni appartamento sono riservate all’accoglienza temporanea. Questa tipologia di costruzione, voluta dalla Fondazione fin dal suo nascere nel 1998 e avvallata successivamente negli standard regionali (L. 22/2002) della Regione Veneto, permette un’economia di gestione sia per le spese generali sia per il personale adibito al servizio.
Nel 2001 iniziarono i lavori di costruzione di Casa Giovanna De Rossi a Cavriè di San Biagio di Callalta, nel territorio dell’Azienda Ulss n. 9 di Treviso, grazie ad una donazione da parte dei frati francescani di Padova di una villa ricevuta a loro volta in eredità proprio a Cavriè. Grazie alla vendita della villa (non idonea a ristrutturazione per persone disabili), ad un contributo della Regione Veneto e all’accensione di un mutuo, a novembre 2003 entrano i primi residenti, Vittorio, Mirella, Giulietta, Ezio, Caterina e Silvana, a dicembre Gabriele e Gabriella e via via tutti gli altri.
Nel frattempo in un altro territorio della provincia, di competenza dell’Azienda Ulss n. 8 di Asolo, in comune di Vidor un gruppo di famiglie del luogo cercavano di dare una risposta all’angosciosa domanda: “Che ne sarà dei nostri figli disabili dopo di noi?” Grazie alla donazione di terreni e alcuni fabbricati da parte di un privato del luogo cominciò la costruzione di Casa Maria Adelaide Da Sacco a Vidor. Anche la Regione Veneto deliberò un contributo e tante imprese, Comuni, enti e privati cittadini del territorio contribuirono a realizzarla con una vera e propria gara di solidarietà. A novembre 2005 entrano finalmente Rosa, Rosanna, Carmelo, Cinzia, Ornella e Luca seguiti da altri nei mesi successivi.
Sempre nel territorio dell’Azienda Ulss n. 9 di Treviso, a Breda di Piave, la signora Minatel, nel 2003 dona un terreno con il vincolo di costruzione di una nuova struttura. La Fondazione, essendo impegnata già con altri progetti, cerca nuove formule e stipula un accordo con l’Ater di Treviso per la costruzione di Casa Spigariol-Minatel. A febbraio 2006 entrano Margherita, Davide, Daniela, Manuela e Fabiano, seguiti da tanti altri.
A Preganziol (Azienda Ulss n. 9 di Treviso), intanto si susseguono gli incontri con un’altra formula (“trovata” dall’assessore ai servizi sociali del Comune): si forma un tavolo di lavoro composto dalla Fondazione, da alcuni Comuni del distretto socio sanitario e dalla cooperativa edilizia La Trevisana (a cui si affianca la Cooperativa Sociale Castel Monte). Con la formula della ripartizione dei costi a tre, si arriva a fare il progetto e soprattutto formulare un piano economico sostenibile per la costruzione di Casa Codato a Borgo Verde di Preganziol, su un terreno concesso in diritto di superficie dal Comune di Preganziol alla Fondazione. Grazie anche ad un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per il tramite della Provincia di Treviso, con l’impegno di un mutuo di durata quinquennale viene realizzata anche questa struttura, che ad aprile 2007 apre le porte a Liliana, Lorenzo, Desirèe, Angelina e Luca seguiti dagli altri.
Nell’Ulss n. 8 di Asolo, altre famiglie chiedono una risposta. Nel 2005, grazie ad un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per il tramite della Provincia di Treviso e all’accensione di un mutuo ipotecario, comincia la costruzione anche di Casa dei Giacinti a Volpago del Montello. Viene inaugurata a giugno 2008 e, a causa di mille problemi burocratici, apre le porte ai primi residenti a maggio 2009.
Le Banche di Credito Cooperativo, socie fondatrici della Fondazione, insieme ad altre banche hanno accompagnato e stanno accompagnando la costruzione delle strutture con la concessione di finanziamenti a tassi “amici”.
Tutte le strutture residenziali per la gestione sono convenzionate con l’Azienda Ulss di competenza.
La Fondazione Il nostro domani inizialmente non aveva previsto la gestione diretta delle strutture. Infatti per la prima struttura dal 2002 al 2009 stipula una convenzione per la gestione in collaborazione con la Cooperativa Sociale Il Sentiero (che opera nel territorio di ubicazione di Casa De Rossi).
Nel 2005 collabora alla costituzione della Cooperativa Sociale la Rete con la quale fino al 2009 gestisce le strutture di Breda di Piave e di Vidor.
Dal 1 gennaio 2010 il Consiglio di Amministrazione decide per la gestione diretta di Casa De Rossi e Casa Spigariol-Minatel, mentre per Casa Maria Adelaide Da Sacco viene decisa anche la concessione del fabbricato alla Cooperativa La Rete che in Raggruppamento Temporaneo d’Impresa con la Cooperativa Vita e Lavoro gestisce il servizio. A quest’ultima Cooperativa viene concesso il fabbricato di Casa dei Giacinti e la gestione del servizio.
La gestione del servizio di Casa Codato, proprio per la formula particolare che ha permesso la costruzione, viene realizzata dal 2007 in collaborazione con la Cooperativa Sociale CastelMonte.
La Fondazione, nonostante le difficoltà economiche attuali continua a coltivare il suo sogno di dare una casa accogliente alle persone con disabilità e soprattutto una speranza ai genitori che avanti con l’età sono preoccupati per i loro figli. A Lutrano di Fontanelle, nel territorio Opitergino Mottense di competenza dell’Azienda Ulss n. 9, la signora Cescon ha destinato per eredità la sua casa, un terreno e dei fondi per la realizzazione di una nuova struttura residenziale. A fine 2012 il progetto è già alla fase esecutiva, ma manca la certezza dei fondi per realizzarla. La Regione Veneto, infatti, pur avendo già da tempo deliberato dei finanziamenti, non garantisce l’erogazione a breve e la Fondazione, essendo già impegnata con altri debiti per le altre strutture, non può sostenere la spesa autonomamente. Ma continuiamo a sperare…
Già altri bisogni sono all’attenzione: persone con disabilità fisico motoria chiedono la possibilità di un “abitare accompagnato” con piccoli appartamenti autonomi e un’assistenza in comune per le necessità primarie.
Nonostante oggi il settore sociale non viva un bel periodo, c’è ancora qualcuno che si permette di sognare e soprattutto di rendere concreti i sogni…. Noi non ci fermiamo certamente!