Al Museo Bailo continua Disabili …In Arte !
Il progetto avviato in via sperimentale nel 2017 e confermato a tutto il 2018, ha riscosso un successo numerico e di gradimento, tale da interessare anche la nuova Amministrazione Comunale del sindaco Mario Conte che non ha esitato a rinnovare per il 2019, la collaborazione con la Fondazione Il Nostro domani.
Tra le motivazioni di tale scelta emerge che «L’Amministrazione comunale ha deciso di abbracciare il progetto perché, grazie a queste visite, l’arte può sprigionare tutto il suo potere curativo», spiega l’assessore ai Beni Culturali e Turismo, Lavinia Colonna Preti. «Spesso e volentieri, nella società moderna, ci sono persone che, purtroppo, vengono escluse dalla possibilità di gioire e innamorarsi osservando un’opera d’arte o apprezzandone il potere comunicativo. Grazie al progetto “Disabili In…Arte” verrà abbattuta un‘altra barriera».
Sono stati 120 i partecipanti dell’edizione 2018 e molti di loro hanno chiesto insieme ai loro accompagnatori di ritornare al museo, per rivivere l’esperienza.
In diversi se ne sono andati consapevoli di una possibilità: l’arte, opportunamente veicolata, può fare stare bene. L’arte aiuta a esprimere alcuni aspetti di sé che non si conoscevano prima, promuove lo stare insieme agli altri in un ambiente bello, ricco di stimoli, di gioco ma anche di silenzio e di calma.
In ogni incontro il momento dell’accoglienza è stato spesso carico di emozione speciali. L’esitazione iniziale che accomuna le persone disabili quando entrano al museo, lascia presto lo spazio al il desiderio di conoscere e di farsi conoscere. Una volta seduti in cerchio davanti l’opera scelta, nei partecipanti prevale la voglia di esplorare, di lasciarsi guidare in un percorso circolare che parte dall’opera d’arte, provoca la persona e ritorna all’opera.
Come dicono gli esperti di Fondazione Palazzo Strozzi – che dal 2011 con “A più Voci ” dedica un programma di accessibilità alle persone con Alzheimer- ” ogni opera d’arte è costruita in maniera da sollecitare chi si trova davanti a una interpretazione, un’attribuzione di senso costruita a partire da quello che l’opera suggerisce a ognuno”.
L’opera vive poi nella relazione condivisa.
Ed è proprio nella relazione tra artista e spettatore, tra chi conduce l’attività e chi vi partecipa che alcuni caregiver riportavano lo stupore per la scoperta della profondità interiore che usciva dalle parole di alcuni utenti, nonché dalle riflessioni che fluivano durante il gruppo. Quasi a non riconoscerli. O a dover ora riconoscere anche altri aspetti della persona che fino ad ora, per vari motivi, non erano potuti emergere.
Si ripartirà da aprile, ogni terzo mercoledì del mese.
Il progetto si concretizzerà ancora in percorsi di fruizione dell’arte attraverso attività mediate dagli educatori specializzati Mariano D’Innocenzo e Giulia Facchin. Le visite della durata di un’ora e mezza si struttureranno su attività di tipo osservativo dell’opera pittorica e di costruzione di una storia o di una poesia, passando poi per un gioco osservativo di opere.
La novità delle visite del 2019 sarà quella di offrire a coloro che già hanno già vissuto l’esperienza pittorica, un’attività di esperienza sensoriale con la scultura, attraverso il tatto. Un’attività che provata in via sperimentale ha generato un intenso coinvolgimento fatto di sguardi, espressioni, gesti, parole e silenzi eloquenti.
Sicuramente ha facilitato ancora di più l’avvicinamento all’arte delle persone disabili e dei loro caregiver.
Come per le precedenti edizioni, le visite continueranno ad essere condotte a museo aperto. Questa scelta infatti moltiplica le occasioni di incontro con altri visitatori del museo che talvolta, incuriositi dalle attività, si soffermano qualche minuto ad ascoltare le conversazioni del gruppo. Talvolta alcuni vengono pure coinvolti e sembrano contenti di esserlo stati. Poter rallentare davanti un’opera e sentirsi chiamati a dire ciò che si vede e ciò che piace, secondo la prospettiva personale, è davvero un’esperienza piacevole proprio per tutti.
Per il futuro c’è l’idea di raccogliere in un book le storie prodotte per costruire un patrimonio di esperienze e conoscenze per tutti, finalizzate a far conoscere il mondo interiore delle persone disabili, spesso nascosto da stereotipi.
L’arte, grazie a questo progetto, diventerà dunque un’esperienza, gratificante ed emozionante, con lo scopo ulteriore di indurre un cambiamento di percezione da parte della società rispetto alla persona disabile psichica perseguendo l’obbiettivo di integrazione e pari opportunità nel vivere e fruire dell’arte come bene di tutti.